Investimento a medio termine con capitale protetto, rendimento minimo e cedole periodiche

“Capitale protetto, un minimo di rendimento per attutire l’inflazione e orizzonte temporale di 7 anni”:  è stata questa la richiesta fatta da un cliente deluso dalle recenti esperienze di investimento in polizze assicurative, e titoli di stato italiani, soluzioni di investimento spesso offerte come la panacea di tutti i mali finanziari.

L’orizzonte temporale non può essere maggiore di 7 anni perché il cliente prevede di dover iniziare a far fronte alle spese universitarie del primo figlio fra 3 anni e degli altri due fra 5 e 6 anni, quindi è necessario programmare il disinvestimento graduale del capitale sottraendolo alla fisiologica volatilità dei mercati alla data di utilizzo prevista.

Insomma, una richiesta non facile da soddisfare.

Dopo alcuni giorni di ricerche e analisi ho incontrato il cliente per la presentazione di una strategia di investimento adatta alle sue esigenze.

La scelta degli strumenti da utilizzare è ricaduta sui certificati di investimento (investment certificates) a capitale protetto. Sono strumenti finanziari quotati sui mercati regolamentati che replicano l’andamento di una o più attività sottostanti (indici azionari, materie prime, azioni ecc.) e garantiscono il rimborso del capitale a scadenza, salvo il caso in cui l’emittente che lo ha emesso risulti insolvente.

Ho individuato 13 certificati di investimento particolarmente interessanti negoziati sul mercato italiano con scadenze comprese fra il 2026 e il 2029 e una rischiosità medio-bassa: livello di rischio 3 su scala 1-7, come indicato sui rispettivi KIID e prospetti informativi.

A causa della tensione che c’è stata sui mercati finanziari nel corso del 2022, i certificati che ho individuato possono essere acquistati oggi ad un prezzo inferiore al futuro prezzo di rimborso garantito dall’emittente a scadenza. Solo per questo motivo è possibile quantificare il rendimento minimo a scadenza per ogni certificato che compone la strategia.

Esempio: oggi si ha l’opportunità di acquistare un certificato al prezzo di 750€ con la certezza che a scadenza  (fra 3/4/5/6/7 anni) verranno rimborsati 1.000€ per ogni certificato acquistato, realizzando un profitto lordo del 33% sui 750€ investiti inizialmente.

Inoltre, al margine di profitto dato dalla differenza fra prezzo di rimborso a scadenza e prezzo di acquisto oggi, se si verificassero determinate condizioni, ci sarebbe anche la possibilità che alcuni dei certificati individuati paghino delle cedole annue, incrementando ulteriormente il rendimento minimo inizialmente previsto.

Di  seguito la tabella che ho predisposto per la presentazione della strategia, dalla quale ho omesso solo i codici identificativi degli strumenti (ISIN).

 

Il rendimento minimo che il cliente realizzerà nel corso dei prossimi 7 anni se tutti i certificati verranno tenuti fino alla loro naturale scadenza sarà del 20,67%, senza tener conto delle eventuali cedole che alcuni certificati pagheranno se si dovessero verificare determinate condizioni.

I rischi sono legati alla solvibilità dell’emittente (banche come Intesa San Paolo, Unicredit ecc.) che potrebbe non rimborsare il certificato qualora alla data di scadenza dovesse risultare insolvente. Eventi improbabili ma possibili.

Inoltre, solo i certificati denominati dollari (USD), che rappresentano il 30% del portafoglio, sono esposti al rischio cambio EUR/USD.

Infine, per quanto riguarda i costi, i certificati selezionati prevedono l’applicazione di una sola commissione di ingresso che non supera mai lo 0,40% del capitale investito.

Scegli la consulenza finanziaria indipendente per sviluppare delle strategie di investimento personalizzate e non condizionate dalle logiche commerciali che impongono la vendita di prodotti finanziari costosi e standardizzati.

*DISCLAIMER*

Tutti i contenuti vengono pubblicati per finalità esclusivamente didattiche o informative. Pertanto non costituiscono in alcun modo sollecitazione del pubblico risparmio, offerte, consigli di acquisto, garanzie di guadagni, consulenze o raccomandazioni finalizzate a stimolare l’attività di investimento del lettore. 

Hai meno di 50 anni? A che punto sei con i risparmi per la pensione?

Le costruzione di un secondo pilastro previdenziale, oltre ad essere un bisogno sociale emergente, è uno degli obiettivi finanziari più importanti che devono essere perseguiti e realizzati per andare in pensione felicemente. Per quanto semplice possa sembrare, sono tantissime le variabili che possono interferire e compromettere il raggiungimento di questo obiettivo.

Qualche esempio?

Arrivano i bambini, la casa deve essere ristrutturata, un imprevisto sanitario o lavorativo. Ogni anno potrebbe esserci un nuovo e valido motivo per posticipare l’inizio del tuo piano di risparmio per la pensione e ostacolare la realizzazione del tuo benessere finanziario.

Procrastinare è molto pericoloso.

Più invecchi e maggiore sarà lo sforzo finanziario che dovrai fare per costruire il futuro pensionistico che desideri.

Che tu sia uomo o donna, imprenditore, libero professionista o dipendente pubblico, se hai un’età compresa fra i 40 e i 50 anni, devi capire esattamente a che punto sei e quali eventuali azioni correttive devi necessariamente intraprendere per non avere brutte sorprese quando sarà ormai troppo tardi.

Prima di tutto, per ottenere un’analisi completa della tua situazione finanziaria e previdenziale puoi fissare un appuntamento con un consulente finanziario indipendente al 100%, come me.

Nel frattempo, ti offro un breve tutorial per capire:

  • come ti stai muovendo nell’ultimo decennio finanziariamente più importante della tua vita;
  • come costruire una pensione integrativa non convenzionale, senza vincoli, senza sottoscrivere un costoso fondo pensione fiscalmente inefficiente, oppure indebitandoti per acquistare un immobile che idealmente prevedi di vendere in concomitanza con il tuo pensionamento.

Perché è l’ultimo decennio finanziariamente più importante della tua vita?

Dopo i 45/50 anni, salvo casi eccezionali, difficilmente potrai recuperare il tempo perso senza liquidare, in tutto o in parte, il patrimonio di cui eventualmente disponi. In altre parole ti dovrai accontentare di ciò che riuscirai a fare, confidando nella fortuna e rassegnandoti a dover ridimensionare il tuo tenore di vita quando andrai in pensione.

Ora starai pensando: okay, ho capito il concetto e ho meno di 50 anni, ma a quanto dovrebbero ammontare OGGI, i miei risparmi per la pensione?

Questa è la domanda più difficile a cui rispondere perché dipende in gran parte dalla tua situazione specifica, un altro buon motivo per avvalersi di una consulenza “su misura”, professionale e indipendente al 100%.

Per darti comunque una risposta di massima, ho elaborato una tabella per farti capire, indicativamente, quante volte il tuo reddito netto annuo dovrebbe essere stato risparmiato ad una determinata età per andare in pensione felicemente:

In pratica, ciò significherebbe che se hai 50 anni e stai guadagnando 50.000€ netti all’anno, i tuoi risparmi per la pensione (capitale + interessi maturati) dovrebbero essere pari a 350.000€ (50.000€ x 7).

Se sei riuscito a risparmiare di più stai andando alla grande, se invece hai risparmiato meno hai un po’ di tempo da recuperare.

Perché questi parametri?

Quando andrai in pensione dovresti aver accumulato circa 550.000€ (50.000€ x 11) e la tua pensione pubblica sarà pari al 60% del tuo reddito netto di 50.000€, quindi 30.000€.

Ma i 20.000€ di reddito che mancheranno all’appello di punto in bianco da dove pensi di prenderli? Ipotizziamo che i 550.000€ che avrai accumulato diventassero 480.000€ per effetto della tassazione.

HAI DUE OPZIONI:

1) Decumulo programmato: depositi i tuoi 480.000€ su un conto deposito e prelevi 15/20.000€ all’anno, consapevole dell’erosione del potere di acquisto operata dal tasso di inflazione.

2) Portafoglio da dividendi per la pensione: grazie all’assistenza di un consulente indipendente al 100%, potresti investire i tuoi 480.000€ in un portafoglio a rendita periodica con un rendimento da dividendo stimato pari a circa 4% all’anno, come questo. Il 4% di 480.000€ è pari a 19.200€ all’anno, che diventano 14.200€ per effetto della tassazione. Questa soluzione ti consentirà di conservare il capitale, che inevitabilmente oscillerà, ma potrà anche rivalutarsi.

La logica di queste linee guida si basa sull’idea che quando andrai in pensione dovrai disporre di fondi o flussi reddituali sufficienti per coprire la parte del reddito che verrà inevitabilmente a mancare con la pensione pubblica, e quindi dovrai (e vorrai) mantenere senza problemi il tuo tenore di vita ante pensionamento.

Il rischio è chiaro e anche facile da capire: ritrovarti con reddito da pensione troppo ridotto per finanziare le tue abitudini di consumo ed essere costretto/a a ridimensionare drasticamente il tuo tenore di vita. Ti sentiresti un pensionato realizzato e felice in una situazione del genere? Penso proprio di no!

Ovviamente, prima inizi e più facile sarà accumulare le somme di cui hai bisogno, perché il tempo e l’interesse composto ti daranno una grossa mano. Se hai un ‘età compresa fra i 40 e i 50 anni e ritieni di essere indietro nel tuo percorso di risparmio per la pensione, puoi tornare in carreggiata. Ci vorranno metodo e disciplina, ma è possibile.

Se ti sei reso conto di essere in ritardo, puoi rimetterti in carreggiata partendo dai 3 passi fondamentali.

I 3 passi fondamentali per rimetterti in carreggiata

  1. La prima cosa da fare è determinare quanto devi risparmiare periodicamente fino all’anno in cui prevedi di andare in pensione. Devi sapere, indicativamente, fra quanti anni andrai in pensione, quali saranno le tue esigenze future e anche la tua tolleranza al rischio.
  2. La seconda cosa che dovresti fare è rivedere il tuo budget di spesa e le tue abitudini di consumo. Se stai spendendo troppo e “non riesci” risparmiare quanto necessario, non devi accettare questa situazione come una condanna a morte per il pensionamento. La maggior parte delle persone ha delle vere e proprie voragini nel proprio budget. Non è sempre così, ma molto spesso diventiamo pigri, e una volta che superiamo lo status dello studente squattrinato, tendiamo a diventare un po’ più spensierati con le nostre spese. Acquisti online, shopping compulsivo e indebitamento per consumi superflui, sono solo alcune delle abitudini più comuni che, dopo aver procurato una sensazione di appagamento temporanea, si trasformano in un ostacolo insormontabile per il raggiungimento dei tuoi obiettivi finanziari a medio e lungo termine, come il risparmio per la pensione. Queste abitudini errate possono svilupparsi e consolidarsi rapidamente e, per determinati beni e servizi, potresti ritrovarti spendere molto più del necessario.
  3. Infine, valuta con estrema attenzione, magari con l’aiuto di consulente indipendente al 100% come me,  gli strumenti che utilizzi (o utilizzerai) per accumulare i tuoi risparmi per la pensione. Questo vale sia per i risparmi che hai già accumulato e per quelli che accumulerai. La decisione di accumulare i propri risparmi per la pensione su un fondo pensione inefficiente o su una polizza assicurativa molto costosa, potrebbe dimezzare l’obiettivo conseguibile. La domanda che ti devi porre  è: sto risparmiando e investendo per il il futuro benessere finanziario o per quello di qualcun altro?

Tutti questi fattori si combinano per determinare l’asset allocation ideale per la tua situazione e si traducono in un rendimento target e una soglia di rischio che sei in grado di sopportare senza panico e ansia.

Una volta che il quadro sarà chiaro, devi fare solo una cosa: AGIRE.

AGIRE

Ti ho fornito un tutorial utile per motivarti e iniziare a risparmiare per la pensione. Se hai un’età compresa fra i 40 e i 50 anni ora è il momento di agire, non puoi permetterti di attendere ulteriormente.

A meno che tu non sia un consulente o un investitore professionista, non ti avventurare in un oceano di insidie ascoltando i canti delle sirene di TikTok, Youtube, Facebook o Instagram.

È giusto essere consapevoli e ben informati per valutare tutti gli aspetti che sono stati affrontati in questo articolo, ma ognuno di essi è molto più complesso di quanto possa sembrare. Ogni soluzione deve essere adattata alla tua situazione reddituale, finanziaria e patrimoniale. Il modo migliore per raggiungere un obiettivo finanziario ambizioso e costruire con pazienza e gradualità un pensionamento di successo è affidarsi ad un consulente finanziario indipendente al 100%, che è moralmente, eticamente e professionalmente obbligato ad agire nel tuo esclusivo interesse, senza venderti niente. Io soddisfo tutti questi criteri e offro una consulenza indipendente al 100% per ricambiare la fiducia accordatami dai i miei clienti.

Scegli la consulenza finanziaria indipendente al 100% per il bene del tuo futuro finanziario.

Le domande più frequenti su investimenti, polizze e fondi pensione

Di seguito un breve elenco delle domande più frequenti che mi sono state poste, da clienti e potenziali clienti, da quando svolgo la professione di Consulente Finanziario Indipendente:

1. Quali sono gli investimenti più sicuri senza vincoli?

2. Conviene investire in buoni fruttiferi postali?

3. Gli investimenti offerti dalle Poste sono sicuri?

4. Conviene investire in una polizza assicurativa?

5. Se investo in una polizza assicurativa il capitale è sempre protetto e garantito?

6. Quanto capitale serve per vivere di rendita?

7. Come posso avere una rendita mensile?

8. Quali sono i migliori PAC senza vincoli?

9. Perché il valore del mio PAC è inferiore al capitale versato?

10. L’investimento immobiliare conviene sempre?

11. Come posso integrare la mia futura pensione?

12. La previdenza complementare conviene?

13. Quali sono i migliori fondi pensione?

14. È possibile fare investimenti finanziari con i fondi dell’azienda?

15. Quali sono le migliori soluzioni per accantonare e investire il TFR dei dipendenti?

Grazie alle analisi oggettive e approfondite che svolgo come consulente finanziario indipendente, è possibile fornire risposte complete ed esaurienti a qualsiasi domanda riguardante il mondo degli investimenti, della previdenza e della protezione del patrimonio personale o aziendale.

Scegli la consulenza finanziaria indipendente per il bene del tuo patrimonio, per non commettere errori che possono compromettere in modo irreversibile il tuo futuro finanziario e previdenziale.

Principali tipologie di azioni su cui investire: come e quali scegliere in funzione dei propri obiettivi?

Investire nel mercato azionario è storicamente la scelta migliore per realizzare il proprio successo finanziario, con pazienza, metodo e disciplina.

Le azioni: cosa sono?

Le azioni (o titoli azionari) rappresentano l’unità minima in cui è suddiviso il capitale sociale di una società per azioni (Spa) o di una società in accomandita per azioni (Sapa). A chi possiede almeno un’azione è attribuita la qualifica di “socio”, con tutti i diritti e gli oneri che ne derivano in proporzione al numero di azioni possedute e alla quota di capitale sociale rappresentata. Le azioni possono essere non quotate o quotate su mercati regolamentati, che saranno oggetto di approfondimento in questo articolo.

Quando si approccia il mercato azionario è indispensabile sapere che non tutte le azioni sono uguali e che ne esistono diverse categorie raggruppate secondo diversi criteri di classificazione.

Di seguito le principali tipologie di azioni secondo i più comuni criteri di classificazione:

  1. Azioni ordinarie e privilegiate

  2. Azioni a bassa, media e alta capitalizzazione (small, mid e large cap)

  3. Azioni nazionali e internazionali

  4. Azioni di crescita (Growth) e azioni di valore (Value)

  5. Azioni IPO

  6. Azioni da dividendo e senza dividendo

  7. Azioni da reddito

  8. Azioni cicliche e non cicliche

  9. Azioni ESG

  10. Blue chip

  11. Penny stock

Azioni ordinarie e azioni privilegiate
La maggior parte delle azioni in cui le persone investono sono azioni ordinarie. Le azioni ordinarie rappresentano la proprietà parziale di una società, con gli azionisti che ottengono il diritto a ricevere una quota proporzionale del valore di eventuali attività rimanenti in caso di scioglimento della società. Le azioni ordinarie offrono agli azionisti un potenziale di rialzo teoricamente illimitato, ma rischiano anche di perdere tutto se la società fallisce. Le azioni privilegiate funzionano in modo diverso, poiché danno agli azionisti la preferenza rispetto agli azionisti comuni per recuperare una certa somma di denaro in caso di scioglimento della società. Gli azionisti privilegiati hanno anche il diritto di ricevere il pagamento dei dividendi prima che lo facciano gli azionisti ordinari.

Azioni a bassa, media e alta capitalizzazione
Le azioni vengono anche classificate in base al valore totale di tutte le loro azioni, che si chiama capitalizzazione di mercato. Le società con la maggiore capitalizzazione di mercato sono chiamate titoli ad “alta capitalizzazione”, con titoli a media e bassa capitalizzazione che rappresentano società successivamente più piccole. Non esiste una linea precisa che separi queste categorie l’una dall’altra. Tuttavia, una regola spesso utilizzata è che le azioni con capitalizzazioni di mercato pari o superiori a €/$ 10 miliardi sono trattate come large cap, con le azioni con capitalizzazioni di mercato comprese tra €/$ 2 miliardi e €/$ 10 miliardi che si qualificano come mid cap e le azioni con capitalizzazioni di mercato inferiori a $ 2 miliardi che ottengono trattati come titoli a small cap. Le azioni a grande capitalizzazione sono generalmente considerate più sicure e prudenti come investimenti, mentre le società a media capitalizzazione e le società a bassa capitalizzazione hanno una maggiore capacità di crescita futura ma possono essere più rischiose e volatili.

Azioni nazionali e azioni internazionali
E’ possibile classificare le azioni in base a dove è ubicata la sede legale della società che le ha emesse. Sulla base di questo criterio si distinguono le azioni nazionali da quelle internazionali.

Azioni di crescita (Growth) e azioni di valore (Value)
Un altro metodo di categorizzazione distingue tra due metodi di investimento popolari. Gli investitori che si focalizzano sulla crescita del capitale tendono a cercare aziende che potrebbero aumentare rapidamente le vendite e i profitti. Gli investitori di valore cercano società le cui azioni siano poco costose, sia rispetto al loro prezzo storico, sia rispetto alle azioni dei loro concorrenti.

Le azioni growth tendono ad avere livelli di rischio generalmente più elevati, ma i potenziali rendimenti possono essere estremamente interessanti. I titoli in crescita di successo rappresentano società che fronteggiano una domanda di beni e servizi molto forte e in ascesa.

Le azioni value sono viste come investimenti più prudenti. Sono spesso aziende mature e ben note che sono già diventate leader del settore e quindi non hanno molto spazio per espandersi ulteriormente. Tuttavia, con modelli di business affidabili che hanno superato la prova del tempo, possono essere una buona scelta per coloro che cercano una maggiore stabilità dei prezzi pur ottenendo alcuni degli aspetti positivi dell’esposizione alle azioni.

Azioni IPO
Le azioni IPO sono azioni di società recentemente quotate in borsa tramite un’offerta pubblica iniziale (Initial Public Offering). Le IPO spesso generano molta eccitazione tra gli investitori che cercano di entrare per primi in una promettente idea di business. Tuttavia possono anche essere molto volatili, specialmente quando c’è disaccordo all’interno della comunità degli investitori sulle loro prospettive di crescita e profitto. Un’azione generalmente mantiene il suo status di azione IPO per almeno un anno e fino a due/tre anni dopo la quotazione.

Azioni da dividendo e azioni senza dividendo
Molte società pagano regolarmente i dividendi ai propri azionisti. I dividendi forniscono un reddito prezioso per gli investitori e ciò rende i titoli azionari da dividendo molto ricercati da alcuni investitori. Tecnicamente, pagare anche solo un dividendo di €/$ 0,01 per azione qualifica una società come titolo da dividendo.

Azioni da reddito
Le azioni da reddito appartengono alla famiglia delle azioni che distribuiscono dividendi, ma si riferiscono a società che ogni anno distribuiscono buona parte degli utili realizzati sotto forma di dividendi. Spesso, queste società operano in business più maturi e presentano un trend di crescita a lungo termine modesto. Le azioni da reddito sono ideali per gli investitori conservatori che hanno bisogno di ottenere una rendita periodica dai loro portafogli di investimento, come i pensionati o gli investitori prossimi alla pensione. Le azioni da reddito più famose sono raggruppate secondo un ulteriore classificazione:

  • Dividend Aristocrats: società che hanno pagato e aumentato il dividendo, ogni anno, per almeno 25 anni consecutivi

  • Dividend King: società che hanno pagato e aumentato il dividendo, ogni anno, per almeno 50 anni consecutivi.

Azioni cicliche e azioni non cicliche
Le economie tendono a seguire cicli di espansione e contrazione, con periodi di prosperità e recessione. Alcune attività hanno una maggiore esposizione a cicli economici e gli investitori le chiamano quindi azioni cicliche. Le azioni cicliche includono azioni di società in settori come la produzione, i viaggi e i beni di lusso, perché una recessione economica può togliere ai clienti la capacità di spesa in questi settori non essenziali. Quando le economie sono forti, tuttavia, un’impennata della capacità di spesa si trasforma in un incremento della domanda che può far rimbalzare bruscamente queste società.
Al contrario, i titoli non ciclici, noti anche come titoli difensivi, non hanno queste grandi oscillazioni della domanda. Un esempio di azioni non cicliche sarebbero le catene di negozi di generi alimentari, perché indipendentemente dall’andamento dell’economia, le persone devono comunque mangiare. I titoli non ciclici tendono a ottenere risultati migliori durante le flessioni del mercato, mentre i titoli ciclici spesso sovraperformano durante i mercati rialzisti forti.

Azioni classificate per settore
Le azioni vengono anche classificate in base al settore in cui operano. Le categorie più utilizzate sono riconducibili ai principali settori rappresentati nel mercato azionario :

  • Servizi di comunicazione: società di telefonia, Internet, media e intrattenimento

  • Consumatori discrezionali: rivenditori, case automobilistiche e aziende di hotel e ristoranti

  • Beni di prima necessità: aziende di prodotti alimentari, bevande, tabacco e prodotti per la casa e personali

  • Energia: società di esplorazione e produzione di petrolio e gas, fornitori di gasdotti e operatori di stazioni di servizio

  • Finanziarie: banche, finanziarie e compagnie assicurative

  • Sanità: aziende farmaceutiche e biotecnologiche e produttori di dispositivi medici

  • Industria: compagnie aeree, aerospaziali e della difesa, costruzioni, logistica, macchinari e ferrovie

  • Materiali: aziende minerarie, prodotti forestali, materiali da costruzione, imballaggi e prodotti chimici

  • Real Estate: fondi di investimento immobiliare e società di gestione e sviluppo immobiliare

  • Tecnologia: società di hardware, software, semiconduttori, apparecchiature di comunicazione e servizi IT

  • Servizi di pubblica utilità: società di servizi di elettricità, gas naturale, acqua, energia rinnovabile

Azioni ESG
L’investimento ESG si riferisce a una filosofia di investimento che pone l’accento sui temi ambientali, sociali e di governance. Anziché concentrarsi esclusivamente sul fatto che un’azienda generi profitti e aumenti i propri ricavi nel tempo, i principi ESG considerano altri impatti collaterali sull’ambiente, sui dipendenti dell’azienda, sui clienti e sui diritti degli azionisti. Legato alle regole di governo di ESG è l’investimento socialmente responsabile, o SRI. Gli investitori che utilizzano SRI escludono i titoli di società che non soddisfano i requisiti ritenuti più importanti.

Azioni Blue Chip
Infine, ci sono categorie di stock che esprimono giudizi in base alla qualità percepita. Le azioni Blue Chip tendono ad essere considerate “titolo di elevata qualità” nel mondo degli affari, con società che guidano i rispettivi settori e hanno guadagnato una solida reputazione. In genere non forniscono i rendimenti più elevati in assoluto, ma la loro stabilità li rende i preferiti tra gli investitori con una minore propensione e tolleranza al rischio.

Penny Stock
Al contrario, le penny stocks sono società di scarsa qualità i cui prezzi delle azioni sono estremamente economici, in genere inferiori a €/$ 1 per azione. Con modelli di business pericolosamente speculativi, le penny stocks sono inclini a schemi che possono prosciugare l’intero investimento.

Come sempre, prima di avventurarsi nel mercato azionario, è necessario definire con chiarezza l’obiettivo che si desidera perseguire, il metodo e gli strumenti con i quali è più probabile realizzare quanto desiderato.

COME E QUALI AZIONI SCEGLIERE, A CONDIZIONE CHE…

  • Quando si è giovani, propensi al rischio e si conosce molto bene un intero settore particolarmente promettente, le azioni di grandi società in espansione con un forte vantaggio competitivo possono costituire una scelta valida per far crescere il valore del capitale nel corso del tempo

  • Quando si è prossimi alla pensione e si desidera ottenere una rendita sotto forma di dividendi periodici, è consigliabile optare per un portafoglio di azioni da reddito (come questo) poco volatili, che attuano da diversi anni (o decenni) una consolidata politica di distribuzione dei dividendi.

Se non si è adeguatamente preparati per affrontare in autonomia l’investimento nel mercato azionario, è fortemente raccomandato affidarsi ad un consulente indipendente (come il sottoscritto) oppure investire in fondi indicizzati a basso costo (come gli ETF) che garantiscono un eccellente livello di diversificazione e al contempo mettono l’investitore al riparo dai pericoli dei rischi specifici relativi ad una singola società o ad un singolo settore.

Obiettivo 500.000€ investendo 300€ al mese, si può fare!

Nei giorni scorsi ho ricevuto un messaggio da un giovane cliente che ha iniziato a costruire il suo futuro previdenziale meno di un anno fa, con un PAC (piano di accumulo del capitale) 100% azionario  globale.

Caratteristiche della strategia: 

  • L’orizzonte temporale è maggiore di 30 anni e il profilo di rischio è ALTO.

  • Il capitale investito inizialmente era pari a 1000€ e l’accantonamento mensile iniziale è 300€ al mese.

  • Le commissioni degli ETF che compongono la strategia ammontano allo 0,33% annuo, a fronte di commissioni medie di mercato, per fondi comuni e polizze assicurative, che oscillano fra il 2% e il 6% annuo.

N.B. E’ fondamentale ridurre al minimo possibile le commissioni, perché tutto ciò che viene risparmiato diventa capitale che produce ulteriori interessi nel corso del tempo.

Poi mi è stata posta una domanda insidiosa: come si sarebbe evoluto il mio capitale se avessi iniziato ad investire 10 anni fa con la stessa strategia e lo stesso capitale?

Premetto che non è mia abitudine analizzare gli investimenti con lo specchietto retrovisore, però in questo caso l’ho ritenuto utile per diversi motivi:

  1. Il 2021 è stato, fino ad oggi, un anno straordinario, con rendimenti a doppia cifra e volatilità tutto sommato contenuta. Quindi dev’essere considerato un anno eccezionale, che non si ripete sistematicamente.

  2. E’ possibile quantificare la volatilità storica e il drawdown* della strategia.

  3. Il cliente può capire se è realmente in grado di sopportare psicologicamente situazioni di stress elevato che si possono ripetere in futuro.

*[Per chi non lo sapesse, il drawdown indica la flessione percentuale negativa rispetto al capitale massimo accumulato].

Di seguito i risultati del test eseguito sul decennio 2011-2021 con la piattaforma wallible.com

A fronte di un capitale gradualmente investito pari a  37.000€, a distanza di 10 anni, il valore finale lordo del portafoglio sarebbe stato di oltre 95.000€. L’investitore avrebbe dovuto fronteggiare una volatilità media annua del 14,9% (non per tutti) e nel mese di marzo 2020, durante l’inizio della crisi legata COVID, avrebbe visto il suo portafoglio perdere un valore superiore al 30%, per poi recuperarlo velocemente entro la fine dell’anno.

Il rendimento annualizzato sarebbe stato del 18% e la performance complessiva del 158%, numeri di tutto rispetto.

E per gli anni a venire?

Nessuno ha la sfera di cristallo e invito chi legge a diffidare da chi ritiene di possederla, promettendo investimenti non rischiosi che producono rendimenti elevati e in breve tempo.

Senza prendere come riferimento questi ultimi 10 anni, che considero eccessivi, è possibile attendersi che il rendimento annualizzato atteso si attesti intorno all’8%*  per questo tipo di strategia che prevede un capitale di partenza di 1000€ e l’investimento di 300€ al mese.

*(Benchmark azionario globale ultimi 20 anni)

L’importo mensile di 300€ accantonato inizialmente viene maggiorato del 2% all’inizio di ogni anno.

Ora stimiamo l’obiettivo che, con buone probabilità, può essere centrato fra 38 anni al netto di commissioni, ritenuta fiscale del 26% e inflazione (media 2%):

A fronte di un capitale gradualmente investito pari a 202.000€, il capitale finale ammonterebbe a 499.628€, reali e disponibili. Ovviamente non si tratta di una “garanzia” scritta sulla pietra, ma di una semplice previsione grazie alla quale è possibile fissare un obiettivo finale del nostro cammino di investitori-risparmiatori consapevoli e disciplinati.

I principali vantaggi di un PAC:

  1. Riduzione del rischio, perché si investono piccole quote del proprio capitale sia nelle fasi crescita, sia nelle fasi di calo del mercato. Questo consente di stabilizzare e migliorare continuamente il prezzo medio delle quote già investite.

  2. Miglior controllo e gestione dell’emotività legata all’investimento perché non si pensa al “momento giusto” in cui investire una maggiore o minore quota del proprio capitale.

Conclusioni

Rischio e rendimento, che ci piaccia o no, sono due facce della stessa medaglia. Senza un adeguato livello di rischio finanziario, compatibile con il proprio orizzonte temporale e la propria situazione finanziaria, si corrono altri rischi, certi e reali:

  • Il primo si chiama inflazione, che erode i risparmi di chi paradossalmente afferma “non voglio rischiare” o “preferisco tenere i soldi sul conto”.

  • Il secondo si chiama costo-opportunità ed è rappresentato dai rendimenti offerti dal mercato ai quali si rinuncia per timore di investire in modo corretto.

Non investire in attività più o meno rischiose, significa rinunciare a priori all’opportunità che i soldi producano altri soldi grazie all’effetto dell’interesse composto su un orizzonte temporale medio-lungo, perché il tempo è un alleato formidabile.

Insomma, chi non investe e non rischia nella giusta misura, deve abituarsi all’idea di perdere i propri risparmi, perché non esiste un’alternativa a rischio zero che consenta di non perdere.

Hai una maggiore o minore capacità di risparmio di 300€ al mese e vorresti sapere quale potrebbe essere un obiettivo finanziario di lungo termine alla tua portata? Visita la sezione “contatti” del sito e chiamami o scrivimi senza impegno.

Disclaimer

I contenuti del presente articolo sono stati prodotti per finalità informative e non costituiscono in alcun modo sollecitazione, offerta, consigli di acquisto, consulenza finanziaria o raccomandazioni finalizzate a stimolare l’attività di investimento.

Comandanti esperti o diportisti improvvisati?

Il mercato finanziario somiglia al mare d’estate.

È popolato da diportisti improvvisati che conducono battelli a motore per i quali non è richiesta la patente. Navigano pericolosamente a vista, convinti di sapere tutto, si sentono padroni delle acque che navigano.

Poi ci sono i comandanti, abilitati e competenti, che verificano costantemente l’affidabilità della barca di cui sono responsabili, tracciano le rotte senza sentirsi padroni del mare, calcolano i rischi e tengono la calma se una tempesta dovesse coglierli di sorpresa, senza perdere di vista la meta. Il loro obiettivo è portare tutto l’equipaggio a destinazione, sano e salvo.

Nei mercati finanziari possiamo scegliere di essere diportisti improvvisati, presumendo di sapere tutto, quando in realtà non sappiamo niente, convinti che acquistando l’ennesimo immobile o “un po’ di Bitcoin”, diventeremo ricchi in poco tempo, per poi naufragare miseramente alla prima soffiata di vento.

Oppure possiamo scegliere un buon comandante/consulente, indipendente, per farci aiutare a pianificare la rotta del nostro benessere, costruire il nostro patrimonio giorno dopo giorno, un mattoncino per volta, che ci aiuti a tenere la calma durante un’inevitabile tempesta, per non farci affondare.

La consulenza finanziaria indipendente è per tutti, soprattutto per chi si sente disorientato in un mare di notizie, prodotti finanziari e insidiose proposte commerciali.

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Cosa significa pianificare?

Nell’ambito della finanza personale, pianificare significa rendere il futuro meno incerto, agendo sulle variabili che possiamo controllare con i nostri comportamenti, le nostre scelte e il nostro impegno.

Quindi?

Passiamo dalla teoria alla pratica per fare maggiore chiarezza.

Pianificare significa:

Non essere costretti a ridimensionare il proprio tenore di vita quando un figlio inizia l’università;

Vivere felicemente la propria pensione senza subire una drastica riduzione del reddito causata da un sistema previdenziale vacillante;

– Proteggersi dagli imprevisti potenzialmente destabilizzanti attivando delle efficaci coperture assicurative al prezzo di uno smartphone o di un week end fuori porta;

– Rendere fiscalmente più efficiente la futura trasmissione del patrimonio ai propri eredi;

Investire regolarmente e correttamente i propri risparmi, per far sì che un domani non troppo lontano, il capitale che siamo riusciti a costruire con fatica e determinazione, inizi a lavorare per noi, dandoci una rendita, un po’ di sicurezza in più e tanta serenità.

Aiutare un risparmiatore ad investire correttamente i propri risparmi è solo una parte dell’attività svolta da un consulente finanziario #indipendente

Inizia a pianificare la tua serenità oggi grazie alla consulenza finanziaria #indipendente, non è mai troppo tardi.

Banche al servizio della consulenza indipendente

Noi consulenti finanziari indipendenti non parteggiamo per nessuna banca o intermediario, perché siamo remunerati esclusivamente dai nostri clienti.

Spesso siamo visti come dei nemici dagli intermediari più miopi, perché alziamo il velo su tanti aspetti che troppo spesso rimangono oscuri  per i risparmiatori (in primis i costi).

Tuttavia guardiamo con favore gli intermediari più efficienti, leali, trasparenti, che studiano condizioni e servizi ad hoc per chi decide di affidarsi ad un consulente finanziario indipendente.

Una nota banca italiana ha  realizzato un’infrastruttura informatica che consente al cliente di trasformare le raccomandazioni di investimento ricevute dal proprio consulente in ordini operativi di acquisto/vendita, con un semplice click, in totale sicurezza e mantenendo il controllo assoluto dei propri fondi.

Di seguito una slide che riporta tutti tutti i dettagli dell’offerta riservata ai fruitori della consulenza finanziaria indipendente:

Anche se una rondine non fa primavera, questo è un segnale importante che indica la direzione del mercato negli anni a venire. Tanti intermediari lo hanno capito e si stanno organizzando.

Tutto ciò costituisce un volano per la crescita sia delle masse sotto consulenza indipendente, sia del potere contrattuale dei consulenti indipendenti e dei loro clienti nei confronti dei grandi operatori dell’industria del risparmio. 

Scegli la consulenza indipendente per la salute dei tuoi risparmi.

Quattro mesi di Easy Check Up

A quattro mesi dal lancio di Easy Check Up alcuni risparmiatori curiosi ed esigenti, hanno usufruito gratuitamente del servizio per alzare il velo sui costi occulti dei loro portafogli. Dopo l’analisi è emerso che, ogni anno, potrebbero risparmiare diverse migliaia di euro grazie ad un approccio indipendente al mondo degli investimenti.

Se ancora non conosci il servizio gratuito Easy Check Up lo puoi scoprire visitando cliccando qui.

Fino a oggi ho eseguito l’Easy Check Up su 8 portafogli riportati nella Tabella 1,nella quale ho raccolto i dati principali rilevati prima e dopo ogni analisi.

Il controvalore dei portafogli analizzati (Colonna B) varia da un minimo di 85.000€ (portafoglio n.4) ad un massimo di 1.114.320€ (portafoglio n.8).

Come sono stati analizzati i portafogli?

Prima di tutto ho calcolato i costi gravanti sul portafoglio in essere, sia in termini percentuali (Colonna C) sia in valore assoluto (Colonna D).

Successivamente, per ogni strumento presente nel portafoglio, ho individuato un’alternativa low cost, ovvero un ETF, e ho calcolato il nuovo costo medio del portafoglio, sia in termini percentuali (Colonna E) sia in valore assoluto (Colonna F).

Cosha scoperto chi ha usufruito del servizio Easy Check Up?

Facendo una semplice sottrazione (Colonna D-Colonna F) ho quantificato il risparmio potenziale annuo realizzabile (Colonna G) sostituendo i fondi inefficienti presenti nel portafoglio con fondi efficienti low cost come gli ETF, conseguendo talvolta ulteriori benefici come maggiore diversificazione e riduzione della volatilità complessiva.

Infine, per favorire una più facile e immediata comprensione dei vantaggi conseguibili, ho quantificato la riduzione percentuale dei costi realizzabile (Colonna H) se si optasse per un approccio efficiente e indipendente. Inutile dire che i fruitori del servizio sono rimasti impressionati (e non solo) dalla possibilità di ridurre i “costi invisibili” di diverse migliaia di euro.

E’ importante non dimenticare che tutte le commissioni risparmiate si traducono in un maggior rendimento del portafoglio, quindi in una maggiore soddisfazione del risparmiatore.

Questa consapevolezza ha spinto tutti a pianificare un percorso di transizione graduale alla consulenza indipendente e impiegare un parte dei notevoli risparmi che realizzeranno per pagare la parcella di un consulente che lavora per loro e non per altri.

I portafogli inefficienti che presentano strutture di costo eccessivamente onerose, sono frutto di una consulenza non indipendente perché, chi viene pagato con una parte delle commissioni generate dai prodotti che raccomanda, è perennemente tentato dall’opportunità di suggerire lo strumento/prodotto che genera un maggior ritorno per le proprie tasche, ma non per quelle dei clienti.

Farsi assistere da chi è remunerato in modo diretto e trasparente, ovvero a  parcella, come i consulenti indipendenti, è un investimento sulla salute dei propri risparmi.

 

DISCLAIMER: Easy Check Up è un servizio gratuito svolto in regime di consulenza generica finalizzato esclusivamente ad esprimere un giudizio di efficienza/inefficienza del portafoglio analizzato. Pertanto, non viene fatta alcuna considerazione sull’adeguatezza del portafoglio al profilo del cliente, che rimane sconosciuto.

Dividendo mon amour

amo i dividendi

Sei un amante dei dividendi ma non sai come individuare le migliori società che staccheranno una cedola particolarmente generosa?

Non disperare, ho preparato quattro liste di azioni europee che, a partire dal 21 maggio ed entro il 31 dicembre 2021, distribuiranno dei dividendi molto generosi,  con un rendimento compreso fra il 5,10% e il 14,25%, calcolato sui prezzi di chiusura registrati il 7 maggio 2021.

Troverai anche una colonna nella quale ho evidenziato lo scostamento tra il prezzo attuale e il valore intrinseco di ogni azione, per poter individuare molto facilmente i titoli che al momento sono sottovalutati dal mercato e quindi possono essere acquistati a sconto.

Preciso inoltre che si tratta di un servizio svolto in regime di analisi e ricerca generica in materia di investimenti, una tantum, pertanto prescinde da qualsiasi tipo di valutazione del patrimonio, del profilo di rischio e delle conoscenze del cliente.

Puoi acquistare una o più liste molto facilmente:

  1. Scrivimi o chiamami per conoscere il costo del servizio

  2. Firmi il contratto di fornitura del servizio direttamente con il tuo cellulare grazie alla Firma Elettronica Avanzata (FEA)

  3. Esegui il bonifico

  4. Ti invierò una o più liste acquistate in formato pdf via email

  5. Fai le tue valutazioni, decidi in piena autonomia quanto capitale investire, quali azioni acquistare e quanto tempo tenerle in portafoglio una volta acquistate.

Vuoi approfondire senza impegno qualche altra caratteristica del servizio? Chiamami!